martedì 1 novembre 2011

1X04 Come una piuma

La campanella mi fece sobbalzare, aprii gli occhi di scatto. 
Ero a scuola, nella mia classe e seduta al mio solito posto. L'aula era ancora vuota, gli altri studenti si stavano in quel momento pigramente avviando verso le rispettive lezioni.  Tutto sembrava esattamente come ogni giorno, eccetto che per un piccolo particolare: come diamine ero arrivata lì seduta?
Fantastico, una sola amnesia non era abbastanza! Cominciai disorientata a ricapitolare le azioni che ricordavo di quella mattina: il bacio di mia madre prima di uscire di casa, la passeggiata verso la fermata dell'autobus e poi...AH! Quegli occhi! Avevo di nuovo incrociato quello strano sguardo, ma stavolta non solo nei miei ricordi.
Il pensiero mi fece sussultare di nuovo sulla sedia e provai ancora quella sensazione di mancamento che poco prima mi aveva portata allo svenimento.
<< Ehi Ile!>> squillò la mia energica compagna di banco Samantha, <<Insomma..capisco studiare, ma addirittura metterci le tende a scuola no!>>. <<C..c..ciao Sammy!>> le dissi simulando entusiasmo, cercando nel frattempo di riprendere il filo delle mie riflessioni. Senza che me ne fossi accorta, la classe si era velocemente ripopolata e di lì a poco sarebbe cominciata la lezione.
<<A giudicare dalle tue occhiaie direi che hai passato la notte in bianco a studiare, vero?>> continuò Sammy, indicandosi la palpebra inferiore con l'indice. <<Ehm..si, è stata decisamente una notte senza sonno..>> <<Bene! Allora non ti dispiacerà darmi una mano con il compito di letteratura inglese, posso contarci?>> <<Oh! Giusto...il compito!>> <<Eh si, hai presente? Quelle atroci domande cui devi rispondere per forza se vuoi avere salva la media scolastica o, nel mio caso, la vita. Testona! Ma che ti hanno fatto stamattina?>>.
Bella domanda, visto che non sapevo neppure come fossi arrivata al mio banco.
Non riuscivo ad adattarmi alla realtà, la scuola, i compagni...era come se non li vedessi da una vita, tanto erano stati fitti e strani gli eventi capitati. Ormai ero abituata alle stranezze, era dal giorno dell'incidente che a me e ad Irene ce ne capitavano, ma fra tutte questa era di gran lunga la peggiore.
La campanella suonò di nuovo e il professore entrò in aula pronto a torturarci con il fatidico compito su Shakespeare.
Non ero sicura di potercela fare, mi limitavo a fissare il titolo sul foglio, "Amleto", ma non riuscivo a concentrarmi perchè quegli occhi si intromettevano in ogni mio pensiero, lasciando poco spazio al resto.
Mi dissi però che qualcosa avrei dovuto combinare, così, svogliatamente, presi lo zaino dal pavimento e lo aprii in cerca di una penna con cui cominciare a scrivere.
Quello che vi trovai però mi lasciò ancora più atterrita, vanificando ogni mio sforzo di concentrazione. Nella borsa c'era una lunga piuma grigia cui era legato un biglietto che riportava proprio una citazione shakespeariana: <<Ricordarti? Si, povero spirito, finchè la memoria ha un posto in questo globo sconvolto>>.  

2 commenti:

  1. ciao bel blog bella storia.. se ti va passa da me <3

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  2. mmmmh non so quanto può aiutare per il compito... ma è sicuramente un bel modo per terminare questo capitolo ... sono sempre più curiosa

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